L'Anfiteatro romano di Vercellae

Come dovrebbe essere e cosa rappresenta

(tratto da "L'anfiteatro romano di Vercelli", Daniele e Dario Gaviglio, febbraio 2000.)

Diversi sono gli edifici di carattere monumentale e d'importanza pregevole sepolti, in parte distrutti, ma pur sempre localizzabili, che attendono una loro rivalorizzazione. Tra questi, degno di particolare attenzione è l'anfiteatro romano del I-II secolo d.C. tra gli attuali Corso De Rege e Viale Rimembranza a Vercelli.
Porre alla luce questo monumento permetterebbe di metterne in risalto la maestosità artistica e di ottenere un elemento importantissimo per un indirizzo cronologico ricavabile dai confronti stilistici dell'opera. Otterremmo inoltre il punto di riferimento per una eventuale rilocalizzazione di tutti gli altri monumenti facenti parte del tessuto urbanistico della città nel periodo repubblicano e imperiale.
Quasi sempre la costruzione di un anfiteatro veniva realizzata in una zona lontana dal centro urbano, a ridosso delle mura di cinta. Due cavee teatrali contrapposte formavano unitariamente le gradinate e sotto di esse erano ubicati i servizi pubblici e gli scarichi.
L'area dell'anfiteatro era di conformazione ellittica sia nel perimetro esterno che nell'arena; in basso, un podio per i funzionari e in ultimo il "pulvinare", riservato ai personaggi insigniti di cariche ufficiali. Se l'anfiteatro non usufruiva di un'area in cui si ritrovasse una conca naturale o sinclinale fra due colline, veniva munito di recinzione ad arcate, con tre o quattro ordini di semicolonne sovrapposte. Comunque, non è da escludere che prima delle edificazioni in solida struttura muraria, gli anfiteatri potessero essere costruiti con impalcature di legno, considerando che l'inizio di costruzioni solide si sviluppò solo nei primi anni dell'età imperiale.
Com'è noto, l'anfiteatro era adibito a lotte tra gladiatori, combattimenti, giochi e rappresentazioni teatrali (ricordiamo che Vercelli era assurta all'importanza di Municipio ed era città "sacra ad Apollo", e che i giochi nell'anfiteatro erano definiti "apollinei": da ciò si deduce che il nostro monumento aveva caratteristiche e dimensioni notevoli, presumibilmente superiori a quelle degli anfiteatri di Ivrea e Libarna).

Spunti biblio-cartografici per l'individuazione del sito dell'anfiteatro romano di Vercelli

(tratto da "L'anfiteatro romano di Vercelli", Daniele e Dario Gaviglio, febbraio 2000.)

Sono note, da tempo, testimonianze inconfutabili circa l'importanza di Vercelli in epoca romana, come ad esempio il noto brano di Tacito (Hist. I,70) "...firmissima transpadanae regionis municipia, Mediolanum ac Novariam et Eporediam ac Vercellas ...".
L'esperienza insegna che i Romani dotavano tutti i "municipia" e le "coloniae" più importanti di numerose e grandiose opere pubbliche per le quali sono giustamente famosi; tra queste sistematicamente si trovano teatri ed anfiteatri costruiti per fornire alle popolazioni spettacoli che servissero ad alleviare le tensioni socio-politiche ed a dimostrare la potenza di Roma.
Ciò rende lecito credere che anche Vercellae, in quanto municipium, fosse dotata di tutti quegli edifici pubblici che caratterizzano l'impianto urbanistico romano e che quindi avesse anche un teatro, un anfiteatro e forse, altri edifici similari.
Non mancano, del resto, indizi della loro esistenza e della loro ubicazione, in particolare relativamente ad un edificio di forma ellittica che è stato ritenuto l'anfiteatro.
  • Nel 1979 in "Vecchia Vercelli" (Faccio, Chicco, Vola, ed. La Sesia, pag. 773) "...è a Porta Casale che sorgeva l'anfiteatro e il teatro romano...";
  • Nel 1971 in "Vercelli e il vercellese nell'antichità" (V. Viale - Cassa di Risparmio di Vercelli, pag. 33) "...un teatro ed un anfiteatro che si innalzavano, piuttosto distanti dal centro della città, vicini l'uno all'altro, nella zona sud-est, a cavallo del primo tratto dell'attuale viale della Rimembranza [...] È da auspicare che su questi preziosi dati sia possibile procedere ad una ricognizione, prima che la città avanzando abbatta del tutto questi resti dell'anfiteatro";
  • Nel 1938 la tesi di laurea di Fortunato Guala "Vercelli romana" parla dettagliatamente dell'anfiteatro;
  • Il giorno 28 febbraio 1928 apparve sul giornale La Sesia un articolo dal titolo "antichità vercellesi" nel quale tra l'altro si dà notizia che durante i lavori di costruzione del viale della Rimembranza e, più esattamente, nel corso dei lavori riguardanti l'allineamento della roggia Molinara, "...sono venute in luce alcune antiche murature di grande interesse. Esse non appartengono certo alle opere di fortificazione della città costruite nel medioevo o poi, [...] L'osservazione anche superficiale della loro struttura a grossi ciottoli chiusi entro durissima calce, interrotta da corsi orizzontali a mattoni, rileva una costruzione molto più antica, ci fa risalire cioè indubbiamente all'epoca romana.";
  • Nel 1874 il Bruzza ("Iscrizioni antiche vercellesi") corregge la notizia del Ranzo (1550-1618) in Mem. stor. mss. F. 135, affermando che i ruderi descritti dal Ranzo non appartenevano all'ippodromo, bensì all'Anfiteatro;
  • L'anfiteatro è presente su una carta della città del 1713 ("Vercelli nelle antiche stampe", Portinaro-Bo, ed. Tacchini 1982) e sulla carta del Blaeu (tratta dal notissimo Theatrum Sabaudiae) "Città di Vercelli" del 1682, in cui sul margine destro in alto, nei pressi del "molino della strada di Sigliano" si trovano indicati alcuni ruderi; inoltre su una carta nell'800 dal Conte Mella, copia manoscritta di un originale del 1610 ("Vercelli sotto Vittorio Emanuele I" è disegnata la pianta di una grande costruzione ellittica, a poca distanza dalla fortezza ed è riportata l'annotazione "anfiteatro romano del quale vedesi parte scoperta in buona muratura" (v. G. Chicco, "Le fortificazioni di Vercelli", 1941, p.21 e segg.);
  • Verso la fine del '500 lo storico G. Ranzo nelle sue "Memorie Storiche" a pag. 135 scriveva: "Ai miei tempi si sono visti sottoterra fra la Cittadella e la chiesa di San Giacomo i vestigi di un anfiteatro simile ai romani nel quale intorno vi erano seggi di pietra e nel mezzo furono trovate due bellissime statue, una d'uomo l'altra di donna che si dissero essere di... e poco discosto da quel luogo, anzi in sito congiunto si vide essere un porticciolo coperto in mezzo del quale v'era una tavola di marmo finissimo con un suolo artificioso e intagliato di lettere che per l'antichità non si potevano leggere... e nel medesimo luogo per incontro al bastione fuori dalla città e vicino alle mura della cittadella si videro le fondamenta d'un ippodromo assai grande e di forma rotonda";
  • In M. A. Cusano "Discorsi Historiali" cd 209 b.r.t. p.64 ricorda che "in occasione di scavazioni (per le rinnovate fortificazioni) si riconoscono sollevate vestigia di grande anfiteatro";
  • In una supplica al duca Emanuele Filiberto del 1560 in cui si parla di "fondamenta di amplissimo anfiteatro";
  • In un documento del 1142 che contiene una investitura di beni fatta nel "teatro" da Guglielmo detto Boglo a favore della città di Vercelli.
Pare quindi che almeno fino al 1142 l'anfiteatro fosse quindi perfettamente integro; successivamente, venne utilizzato dall'allora Comune di Vercelli come luogo di rappresentazioni e convegni, fino a divenire oggetto probabilmente di spoliazione, in concomitanza con l'edificazione della Basilica di S. Andrea e di molte altre chiese, per le quali l'anfiteatro diventa cava di spoglio di materiali lapidei da utilizzare per le costruzioni medioevali e successive.
Tale messe di notizie giustifica da sola l'impresa di una ricerca sistematica e scientifica dei monumenti in questione, la cui individuazione permetterà la ricostruzione della topografia di parte della città romana e la raccolta di una immensa quantità di dati scientifici.
Mediante lo studio dei documenti e l'analisi delle strutture murarie esistenti (vedi foto) i sottoscritti sono giunti alla individuazione di almeno uno degli edifici in questione (probabilmente l'anfiteatro) e con questo scritto intendono portare a conoscenza di tutti coloro che ne sono interessati, nonché agli organi preposti alla salvaguardia ed al recupero delle antichità, le proprie conclusioni. I parziali risultati raggiunti non danno adito a dubbi circa la consistenza e l'interesse archeologico del ritrovamento. Verifiche di scavo negli anni '90 e succ. da parte del Ministero dei Beni Culturali hanno confermato le nostre precedenti ricerche e ritrovamenti di strutture e di reperti pertinenti all'area dell'anfiteatro.

Il progetto attuale

Il progetto attualmente approvato per il recupero dell'anfiteatro è il seguente: una struttura in ferro e legno, che ricordi in modo approssimativo la forma di un anfiteatro; una parte destinata alle mura attualmente visibili; una pozza d'acqua (rifornita dalla stessa roggia Molinara) al centro dell'arena, tutto intorno un parco verde e infine tre nuovi condomini da 12000 metri quadri per un totale di 90 nuovi appartamenti. Il costo di realizzazione è stimato in 2 milioni e mezzo di euro.
Si chiede ai cittadini vercellesi di accettare questo progetto come l'unica possibilità concreta di recupero dell'area che sia stata proposta in tanti anni; è stato definito un compromesso realistico tra "l'utopia" di un recupero archeologico serio e le "esigenze" di natura edilizia di Vercelli.
Noi, che non ci occupiamo di simili esigenze ma amiamo l'utopia, pensiamo che se tante altre città sono riuscite a recuperare ciò che restava dei loro anfiteatri, per quanto distrutti o malridotti, anche Vercelli si meriti una simile sorte; pensiamo anche che però, rispetto ad un progetto di "recupero" fatto male è meglio che tutto rimanga là sotto dov'è e che nessuno ci metta le mani, magari finendo per rovinare tutto come è già accaduto troppe volte in altre zone d'Italia (si guardi il caso dell'anfiteatro di Imola, completamente distrutto, o di quello di Cagliari, vittima di una "riqualificazione" che l'ha di fatto snaturato).
Quando avremo un'amministrazione seria, seriamente motivata da interesse scientifico (o tuttalpiù turistico-archeologico) al recupero della zona dell'anfiteatro, che come detto è un'area estesa e comprende molte altre strutture di sicuro interesse, allora saremo favorevoli a un recupero fatto bene, come già fatto in molte città più fortunate della nostra: a titolo di esempio si possono elencare gli anfiteatri di Teramo, Lucera, Libarna, Fordongianus, Luni, Lecce, Suasa, Ancona, Metaponto, la nostra vicina Ivrea e l'Arena più famosa, quella di Verona!
Per una importante rassegna degli articoli usciti negli ultimi anni riguardo l'anfiteatro, si rimanda a questa pagina.
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